Tutti i personaggi politici e le organizzazioni politiche hanno oggi un profilo su una piattaforma di interazione sociale. Molti hanno un sito personale, alcuni hanno un canale su YouTube e la maggior parte utilizza Facebook e Twitter. Ma avere un profilo su uno di questi social network equivale a saperlo usare con efficacia?
Politica
I social media sono uno strumento irrinunciabile per il dibattito politico moderno e hanno sostituito la comunicazione monodirezionale, tipica di radio, tv e stampa in direzione di una comunicazione più interattiva. La politica, oggi, si fa anche attraverso internet. Pochi, però, hanno individuato la giusta ricetta per entrare a farne parte.
Matteo Renzi e i social network
Uno di questi è Matteo Renzi, l’attuale Presidente del Consiglio. Da quando ha preso in mano il nuovo incarico, ha migliorato considerevolmente l’utilizzo dei social e rappresenta ad oggi il politico più presente e attivo in Italia nel maneggiarli. Il premier gestisce personalmente i propri account a differenza di altri politici che hanno più difficoltà nell’uso dei social media e affidano al proprio staff questo incarico. Secondo l’analisi di alcuni giornalisti, il suo predecessore Silvio Berlusconi non sembra molto credibile su Facebook o Twitter, soprattutto per il fatto che non li usa personalmente e poi perché il tipo di linguaggio è diverso da quello della televisione, più formale, meno conciso e ironico.
Investire sui social
Facebook e Twitter sono i due social network più utilizzati dagli uomini politici per comunicare attraverso la rete le loro opinioni, i loro successi e soprattutto per ottenere un gran numero di consensi. Permettono di avere un rapporto più personale e diretto con i cittadini, valutando il numero di liker su Facebook, il numero dei follower su Twitter e i punti di forza degli avversari. Sotto questo aspetto, il nostro Presidente del Consiglio risulta attualmente in crescita su Facebook ed è al primo posto su Twitter. Con i 140 caratteri che la piattaforma mette a disposizione, Renzi è diventato un professionista nel lancio di hashtag, un considerevole produttore di slogan e frasi ad effetto, da sempre armi dei politici ma che lui ha saputo usare in una maniera molto efficace.
La comunicazione politica di Renzi
A questo proposito, basti citare uno dei tweet più famosi di Matteo Renzi “Arrivo, arrivo, #lavoltabuona”, lanciato poco prima del colloquio di due ore e mezza con Giorgio Napolitano al Quirinale, per analizzare il forte impatto che ha avuto in rete. Infatti, l’hashtag si è presentato anche come strumento di ironia da parte di molti utenti della rete per esprimere il loro dissenso e criticare il nuovo governo appena eletto.
Anche altri politici hanno utilizzato Twitter per lanciare hashtag che sono poi diventati famosi.
- Barack Obama ha annunciato la sua rielezione alla presidenza degli Stati Uniti tramite un tweet che riporta la frase “Four more years” (“Altri quattro anni”)
- Un altro cinguettio famoso è quello di Mario Monti, ex Presidente del Consiglio “Cambiare l’Italia, riformare l’Europa – agenda per un impegno comune” ecco l’@AgendaMonti”.
Oltre a ciò, Renzi pubblica anche immagini e video quotidiani di breve durata, che mostrano la sua attività in un determinato momento o gli incontri con la gente. Questa è una strategia di comunicazione proveniente da oltreoceano, dove si è confermata un’arma vincente per la vittoria nelle ultime elezioni di Barack Obama.
Conclusioni
La comunicazione politica di Renzi ha visto un’evoluzione positiva, maggiormente efficace e persuasiva, capace di raggiungere un vasto numero di utenti e il fatto che usi bene questi strumenti di comunicazione non implica che riesca bene a tutti.
Inoltre, dato che i social risultano così incisivi non solo nelle campagne elettorali ma anche come strumento per seguire quotidianamente da vicino i successi e le battute d’arresto dei politici che scegliamo di rappresentarci, chissà se in futuro non venga creato un sistema di votazione direttamente online tramite un “like” al profilo di un politico o diventando un follower su Twitter. Chi sarà il politico che utilizzerà maggiormente questi nuovi strumenti di comunicazione?