I bot, il futuro arriva nella vita quotidiana
Il futuro è dei bot: i sistemi di risposta automatica si preparano ad entrare con discrezione, forse neppure troppa, nella vita quotidiana. I bot sono presenti in un numero sempre più ampio di attività: dalla redazione di articoli alla scrittura di poesie, alle risposte automatiche nelle chat e nei sistemi di messaggistica fino al servizio di assistenza ai clienti.
I bot saranno sempre di più con noi: promettono velocità, efficienza, rendimento.
Che cosa è un bot? La parola è un’abbreviazione di robot, che deriva dal ceco e significa lavoro pesante. I robot sono, tradizionalmente, macchine che svolgono lavori pesanti in ambito industriale; i bot, invece, sono programmi informatici che simulano il comportamento umano e si comportano come persone.
Le origini del bot risalgono agli anni ’50 e ad Alan Turing, padre dell’informatica, che realizzò un test per capire se una macchina fosse in grado di imitare il comportamento umano. Il primo programma che superò il test di Turing fu ELIZA, nel 1966, che simulava uno psicoterapista: il sistema chiedeva ad una persona quale fosse un suo problema e cercava nelle risposte una serie di parole chiave. In base alle parole trovate, ELIZA forniva una risposta verosimile.
I bot sono cresciuti ed evoluti, da Griffit, la graffetta assistente di Windows, ai bot nei videogiochi che simulano personaggi e azioni pericolose, ad esempio gli sparatutto in prima persona. Sono bot gli spider di Google, che passano al setaccio il Web, ne indicizzano le pagine e aggiornano costantemente la SERP, la prima pagina del motore di ricerca. Il più importante bot di scansione è Googlebot, croce e delizia per la SEO e per il lavoro di programmatori ed esperti di marketing.
Facebook e Whatsapp guardano con attenzione ai bot: l’evoluzione futura dei sistemi di messaggistica più grandi, infatti, prevede la presenza sempre più consistente di chatbox.
Come funzionano i chatbox? Questi programmi sono in grado di intercettare alcune parole chiave dell’utente e di rispondere in modo pertinente alle loro richieste: dare informazioni meteo, prenotare un volo aereo, fornire indicazioni.
Le aziende, per adeguarsi alle esigenze dei consumatori, iniziano a puntare sui bot. Come? Inserendoli all’interno dei sistemi di messaggistica più diffusi, per scambiare con i propri target messaggi diretti e utili, calibrati sulle richieste degli utenti.
Quali sono i bot più nuovi ed interessanti?
- Magellano, il bot di Facebook che si rivolge al turismo. Gli hotel e gli alberghi avranno la possibilità di dialogare con i loro clienti attraverso la chat di Facebook e di creare database con informazioni utili, che permetteranno agli albergatori di inviare messaggi push direttamente sul telefono cellulare;
- Slack, un programma simile a Skype che serve a coordinare il lavoro di gruppi di persone. Quest’applicazione ha inserito numerosi bot: ad esempio Slackbot, che accoglie i nuovi utenti e li aiuta a creare il profilo di servizio.
- Vodafone bot, novità smart dell’operatore di telefonia mobile: questo bot interagirà con i clienti, rispondendo alle loro domande ed inviando richieste di assistenza agli operatori, se necessario.
Cosa pensano le persone dei bot? L’interazione con una macchina che ha comportamenti simili a quelli umani ha numerosi vantaggi, ma anche dei limiti. Secondo Elizabeth McGuane, esperta di linguaggio, le persone che comunicano con i bot possono trovare questi sistemi irritanti: “I progettisti di bot dovranno rendere questi strumenti intuitivi e quasi invisibili”, ha affermato la studiosa.
I bot sono veloci e efficienti, rapidi nelle risposte e utili: possono velocizzare alcune attività e sostituirsi all’uomo in azioni automatizzabili. I bot, un giorno, avranno tono e voce umana, ma restano strumenti. Strumenti più umani e più sensibili, ma con un’identità propria, distinta da quella umana.