La Doconomy, fondata in Svezia nel 2018 da Johan Pihl e Mathias Wikström, ha creato Do Black. La prima carta di credito che ti dice quanto inquini e blocca le tue spese se esageri.
Do Black Card ha un limite di spesa basato su un calcolo, diverso da Paese a Paese, di quanta anidride carbonica ogni cittadino possa emettere, per rimanere in linea con l’obiettivo di dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030, come previsto dagli accordi di Parigi.
Se il valore delle emissioni supera il limite stabilito, il conto corrente impedirà automaticamente l’utilizzo della carta, rifiutando le transazioni.
Realizzata in collaborazione con il colosso MasterCard e con il Segretariato della Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, Do Blanck è composta da materiali di origine biologica e viene stampata con Air Ink, ossia con inchiostro realizzato con la fuliggine di carbone prodotta dallo scarico delle automobili.
Do Black, tramite un sofisticato sistema, traccia le emissioni di anidride carbonica (la principale causa del cambiamento climatico) associate ai beni e ai servizi acquistati dal suo proprietario e ne blocca le funzionalità.
L’App collegata alla carta
Do Black funziona insieme a un’apposita App, chiamata Do. Questa si fa carico di misurare la CO2 prodotta da ogni transazione effettuata dall’acquirente.
Gli utenti che si mostreranno rispettosi per l’ambiente riceveranno anche premi economici.I proprietari di Do Black, infatti, potranno ricevere rimborsi da negozi collegati al sistema. A discrezione del possessore della carta, tali rimborsi potranno quindi essere indirizzati a progetti di compensazione delle emissioni di anidride carbonica certificati dall’Onu o investiti in fondi sostenibili.
Le Parole dei fondatori
“Fin dall’inizio, la nostra idea era di formare una sorta di coscienza ambientalista nei consumatori e abbiamo pensato che il modo più semplice per farlo fosse quello di creare degli strumenti di uso quotidiano, come sistemi di mobile banking o una carta di credito”, afferma Mathias Wikström in un’intervista a Forbes.
E aggiunge: “In un certo senso, stiamo provando ad aggiungere una nuova dimensione da prendere in considerazione quando compriamo qualcosa oltre ai criteri di “qualità” e di “prezzo”, e questa dimensione è quella dell’impatto ambientale degli acquisti”.
L’impatto sul futuro di Do Black
Sicuramente l’idea del Green nei prossimi anni prenderà sempre più piede. Già oggi si cerca di evitare con leggi ed iniziative, l’utilizzo di materiali più inquinanti in uffici e nell’uso domestico. Detto questo, difficilmente le persone saranno disposte a rischiare di non poter effettuare un acquisto, magari urgente, perchè si ha superato il limite di inquinamento imposto da Do Black. Il sistema adottato da Doconomy sembra essere pensato più per generare controversia e P.R. che non per un reale utilizzo funzionale.