La storia di Kodak: dalla fotografia alla più recente trasformazione in azienda farmaceutica
Lo scorso agosto, Kodak ha annunciato una trasformazione radicale dell’azienda. Dopo esser stata per più di un secolo leader mondiale nella produzione di apparecchiature fotografiche, la società cambia veste e si trasforma in un’azienda produttrice di principi attivi farmaceutici.
765 milioni di dollari è il finanziamento governativo che la DFC, l’agenzia del governo federale, ha concesso a Kodak affinché faccia della produzione di medicinali il suo nuovo core business. Il prestito, da restituire in 25 anni, fa parte della strategia statunitense di aumentare la produzione interna di farmaci e ridurre la dipendenza dalla Cina, uno dei principali esportatori di materiali di base per medicinali generici. È stata la pandemia, seguita da un incremento della domanda di farmaci, a sollevare il problema e ad amplificare l’urgenza di riportare l’industria farmaceutica negli Stati Uniti. Chi avrebbe potuto immaginare un’evoluzione di questo tipo? In realtà, per chi conosce bene la storia di Kodak questa trasformazione era alquanto prevedibile. Ripercorriamo le tappe principali della sua storia per capire il motivo.
Dalle origini allo slogan “Voi premete il pulsante, noi facciamo il resto”
L’azienda viene fondata a fine ‘800 da George Eastman, un imprenditore con la passione per la fotografia. Nei primi anni della sua esistenza, la società si specializza nella produzione e nel commercio di lastre a secco. Il sistema era stato inventato dallo stesso Eastman per facilitare la riproduzione delle immagini. Ma presto, la difettosità del sistema e dei macchinari sono la spinta per una nuova invenzione. Negli anni 1888 e 1889 Kodak introduce la prima pellicola trasparente di nitrocellulosa e la prima fotocamera per il mercato di massa, aprendo la fotografia ad un uso anche amatoriale. Lo slogan “Voi premete il pulsante, noi facciamo il resto” diventerà sinonimo di accessibilità e democratizzazione di un servizio fino ad allora alla portata di pochi professionisti del settore. Il successo è immediato e l’ascesa di Kodak sembra non arrestarsi. In meno di un secolo, diventa il principale produttore di pellicole e fotocamere sul mercato americano.
L’ingresso di Kodak nel mondo farmaceutico
Oltre al mondo fotografico la storia di Kodak è legata al settore farmaceutico. Sebbene negli anni ‘70 fosse una delle più grandi aziende produttrici di apparecchiature fotografiche al mondo, Kodak era intenzionata ad entrare in nuovi settori di attività. La svolta arriva un decennio più tardi, quando fa il suo primo passo nel mondo dei farmaci acquistando la famosa società americana Sterling Drug Inc., per 5,1 miliardi di dollari. Qualche anno dopo, stringe una collaborazione con l’attuale Sanofi a cui avrebbe poi venduto il business dei farmaci da prescrizione. Nel 1994, intenzionata a concentrarsi di nuovo esclusivamente sulla fotografia, Kodak vende il resto delle attività farmaceutiche.
Solo dopo la crisi e il fallimento del 2012, fa ritorno nel settore con la produzione di materiali avanzati e prodotti chimici.
Un caso di resistenza all’innovazione?
I tempi cambiano con l’arrivo del digitale. Kodak rimane ancorata ai vecchi sistemi analogici e, nonostante sia stata la prima a sviluppare un prototipo di apparecchio digitale, sceglie di non dare seguito all’innovativo progetto. Nel 1973 era stato proprio un ingegnere di Kodak, Steven Sasson, a creare la prima fotocamera digitale. Ma convinta del fatto che a nessuno sarebbe interessato guardare i propri scatti su uno schermo, l’azienda ne vieta severamente la diffusione. La medesima situazione si ripete qualche anno più tardi, quando Sasson crea la prima reflex digitale da 1,2 megapixel, dotata di un sistema di archiviazione su memory card. Ancora una volta, per il timore di intaccare il successo delle pellicole, il prodotto non viene commercializzato e la creazione rimane interna alle mura aziendali. Insomma, un errore nella lettura del mercato da parte di Kodak, che all’epoca non era riuscita a prevedere come la digitalizzazione avrebbe da lì a poco dominato il mercato. La chiusura verso l’innovazione e la crescente concorrenza dei marchi giapponesi, Canon, Nikon, Fujifilm e soprattutto Sony, determinano il suo declino nel mercato fotografico.
Il fallimento e il cambio di corso
Nel 2012 Kodak entra in amministrazione controllata ed abbandona il mercato della fotografia. Il numero di dipendenti crolla da 145 mila a 8 mila e da 19 miliardi di dollari il fatturato passa a 7 miliardi di debiti. Dopo la bancarotta, l’azienda si orienta verso la produzione di pellicole cinematografiche, sensori per schermi touch screen, sistemi di stampa industriali e prodotti chimici. A questo si aggiunge la vendita di brevetti, con cui riesce pian piano a risollevarsi dal fallimento. Nel 2014 ne possedeva più di 7.500, la maggior parte di queste saranno venduti a Apple e Microsoft. Una brevissima parentesi è quella degli smartphone. Kodak presenta al Consumer Electronics Show di Las Vegas un dispositivo Android prodotto in collaborazione con l’azienda britannica, Bullit. L’idea era quella di offrire agli amanti della fotografia un telefonino facile da utilizzare, con al centro delle sue funzionalità la fotografia e la gestione delle immagini.
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