Il Marketing sensoriale si può definire come il Marketing che è in grado di coinvolgere i sensi dei consumatori e di influenzare la percezione, il giudizio e il comportamento di questi.
Il marketing sensoriale, nasce con l’esigenza di andare oltre gli slogan o la guerra ribasso dei prezzi. L’obiettivo in questa pratica promozionale è di far toccare con mano l’esperienza che il bene o servizio può dare al consumatore. Avere un coinvolgimento sensoriale ed emotivo è la leva che spinge il cliente a scegliere un brand anziché un altro. Un prodotto di successo deve saper attivare i nostri sensi, deve farci emozionare e renderci felici di avere una relazione con il brand.
Una campagna di marketing sensoriale deve essere creata a partire da un prodotto o servizio legato a livello emozionale con il tuo target. Il marketing sensoriale non può associarsi ad una sola campagna promozionale. Deve ottenere un miglior posizionamento del brand della mente del consumatore, creando momenti speciali e stimolando emozioni. Nel momento in cui il cliente riceve informazioni mediante i cinque sensi, il brand rimane più tempo nella sua testa.
Percezione VS sensazione
Prima di addentrarci nel marketing sensoriale, bisogna distinguere la percezione e la sensazione.
La sensazione: è lo stimolo chimico e neurologico che ci giunge dai nostri organi di senso; può essere influenzato dalle caratteristiche fisiche degli oggetti.
La percezione: è invece la consapevolezza e la comprensione dello stimolo sensoriale: cioè il modo in cui elaboriamo ciò che proviene dai nostri recettori sensoriali.
Il buon marketing manager deve dunque lavorare contemporaneamente sul migliorare le caratteristiche sensoriali che i prodotti offrono e condizionare il modo in cui li processiamo.
Marketing sensoriale sul web
Se nel marketing offline è semplice riuscire a coinvolgere i cinque sensi dei consumatori, sul web è più complicato.
Nonostante il progresso tecnologico, delle connessioni veloci e dell’alta definizione, il gusto e il tatto non possono essere stimolati, se non con l’immaginazione (Ad esempio una foto ben realizzata di una pizza, può darci l’impressione di gustarla, di immaginare il proprio sapore.
L’udito è un buon mezzo per coinvolgere, ma il marketer deve tener ben presente che la maggior parte delle musiche dei siti non vengono ascoltate e che molti dei filmati vengono riprodotti senza audio: soprattutto da mobile spesso abbiamo il volume basso per rispetto di chi è nelle vicinanze. Dunque focalizzare le nostre campagne web promozionali sulla sonorità, può portare al mancato raggiungimento degli obiettivi di business.
L’alleato principale è quindi la vista. Anche qui però ci sono fattori da non trascurare come l’overload di immagini ai quali siamo sottoposti ogni giorno a partire dai nostri smartphone.
A questo punto, la soluzione migliore per spingere i consumatori all’acquisto, è quello della narrazione.
Marketing sensoriale tramite lo storytelling
Lo storytelling, sia testuale che come audio o video, può essere la strada per attivare direttamente il nostro cervello senza passare dai sensi. I neuroni specchiopossono aumentare l’eccitazione dei circuiti neurali normalmente attivati dai nostri sensi. Questi sono dei particolari neuroni che si attivano in noi sia quando compiamo un’azione, sia quando osserviamo qualcuno compiere la stessa azione: se qualcuno ci narra una storia riesce ad attivarli come se la stessimo vivendo in prima persona.
L’importante quindi è avere qualcosa da raccontare e riuscire a trasmetterlo arrivando dritti al cuore del cervello. Suscitare emozioni forti e coinvolgenti è il modo migliore per fornire una esperienza del consumatore. Emozioni, ricordi e sensazioni sono quindi le leve da sfruttare per stabilire prima un contatto e poi una relazione con il consumatore.
Più che curare l’esperienza grafica, che non sarebbe esaltante su tutti i device, sarà necessario orchestrare una narrazione efficace ed emozionale, che vada a toccare i tasti giusti nella nostra mente. Se ci abbandoniamo a emozioni e ricordi, diventiamo meno razionali e maggiormente predisposti a un acquisto d’impulso.