Dopo lo scandalo degli 87 milioni di profitti sottratti da Cambridge Analytica, la società britannica che ha usato i dati personali degli iscritti di Facebook per fare pubblicità mirate e aiutare Donald Trump a vincere le elezioni presidenziali del 2016 negli Stati Uniti, Mark Zuckerberg, Ceo di Facebook, ha affrontato il processo davanti al Congresso degli Stati Uniti d’America .
Il processo
L’audizione si è svolta a porte chiuse ieri 11 aprile a Washington e, cominciata dopo le 14,30 ora locale, si è protratta per cinque ore di domande alle quali il 33enne fondatore di Facebook ha dovuto rispondere in prima persona. Zuckerberg , circondato da fotografi e telecamere, in diretta streaming da ogni dove, concentrato quanto teso e pallido in viso, ha risposto alle domande dei 44 senatori assumendosi tutte le colpe in una testimonianza scritta che recita così “È stato un mio errore e mi scuso. Ho fondato Facebook, lo gestisco e sono responsabile per ciò che vi accade”. Zuckerberg si assume tutte le colpe dichiarando che la società non abbia fatto abbastanza per proteggere la sicurezza delle persone iscritte al social network ma assicura che nessun complotto si è celato dietro la vicenda se non la buona fede della società. Tutta la conversazione è disponibile in lingua originale qui.
Le domande
“Sta valutando l’inserimento di una opzione che permetta, a pagamento, di non accettare che le informazioni personali vengano utilizzate per la pubblicità per gli utenti di Facebook?”
Mark ha chiarito che l’opzione per negare la visibilità a terzi è già integrata nella piattaforma. È possibile pertanto decidere se fornire dati personali utili per targhetizzare gli annunci . Irremovibile invece sull’idea di un piano a pagamento per gli utenti perché significherebbe stravolgere il modello di business attuale. Aggiunge poi che, da indagini condotte, non è vero che alle persone non piacciano gli annunci pubblicitari; semplicemente non piace la pubblicità che non le interessa. Sembrerebbe che il disagio avvertito nel cedere informazioni personali non sovrasti la preferenza delle persone a ricevere annunci personalizzati.
“Ci sono state altre sottrazioni di dati simili a Cambridge Analytica?”
Domanda lecita alla quale il Ceo di Facebook ha risposto che l’azienda sta conducendo un’indagine completa su ogni singola app che ha avuto accesso a grandi quantità di informazioni per capire in che modo stiano utilizzando i dati e, nel momento in cui fosse palese un uso improprio dei dati, saranno esclusi da Facebook e saranno subito informati tutti gli interessati.
“Perché Facebook non rivela agli utenti il modo in cui i dati vengono utilizzati?”
La risposta alla domanda posta dal senatore Grassley è stata decisa: nonostante fornire una regolamentazione sulla privacy accessibile a tutti sia un compito difficile e nonostante le regole della privacy rimangano poco comprensibili a tutti, ogni volta che un utente condivide un post, una foto, un messaggio su Messenger o su Whatsapp le opzioni per consentire l’accesso a quel contenuto sono ben visibili. Questo avviene per ogni singolo post e le opzioni sono modificabili in qualunque momento pertanto il servizio fornisce ai suoi utenti sufficienti dettagli su come le loro informazioni verranno utilizzate.
Sempre più spesso le persone danno il consenso a chilometriche e incomprensibili condizioni senza leggerle affatto rientrando poi a pieno titolo nella categoria degli “scemi digitali“.
“Crede che sia stato un errore fidarsi di Cambridge Analytica?”
“Quando nel 2015 è stato chiaro che Cambridge Analytica aveva acquistato dati da uno sviluppatore di app su Facebook è stato richiesto di eliminarli smettendo di utilizzarli. Hanno detto di averlo fatto ma è stato un errore crederci”, ha ammesso Zuckerberg.
“Possiamo essere fiduciosi sulla capacità di Facebook di rimediare a questo problema?”
Facebook è nata in un un dormitorio ed è diventato ciò che tutti oggi conosciamo. Nessuna azienda cresce senza commettere errori. Ciò che si può fare è fare di tutto per ripararli in modo efficace.
“Facebook continuerà ad essere gratis?”
La missione di Facebook è quella di connettere le persone di tutto il mondo e per fare questo è necessario che il servizio offerto resti accessibile a tutti e noi ci impegneremo a farlo.