Fare pubblicità su Spotify può essere una chiave di successo per molti brand. La prima piattaforma musicale a dare la possibilità non solo agli artisti di promuoversi, ma anche ai diversi brand con formati pubblicitari ad hoc.
Spotify ha annunciato che il servizio di streaming musicale ha raggiunto lo scorso settembre 113 milioni di utenti premium. Mentre sono 135 gli utenti free che accedono al servizio visionando i banner.
Può sembrare controproducente che Spotify invogli gli utenti a creare account premium senza annunci e che poi spinga i brand a crearli. Secondo il vicepresidente di Spotify, Jason Richman, l’azienda vede la sua versione gratuita come un servizio separato che vuole che comunque la gente usi.
Su questa strada, Spotify ha lanciato nel 2017 una piattaforma pubblicitaria chiamata Spotify Ad Studio con l’intenzione di ottenere più entrate pubblicitarie e rendersi più accessibile alle piccole aziende.
I formati pubblicitari
Attualmente Spotify offre diverse tipologie di formati pubblicitari agli inserzionisti:
Audio: Riproduce un annuncio pubblicitario tra i brani durante le sessioni di ascolto attive. L’annuncio è accompagnato da un banner display cliccabile, nell’area della copertina, che può portare gli utenti a una pagina di destinazione specifica.
Video: Questo formato comprende due opzioni. Le Sessioni Sponsorizzate, ovvero il brand offre agli utenti “freemium” 30 minuti di ascolto senza pubblicità al termine della visione dell’annuncio video. La secondo opzione, il Video Takeover, si posiziona invece come gli audio tra l’ascolto di un brano e un altro all’interno dei break pubblicitari.
Display: Questo è il formato più classico e più familiare agli advertiser che comprende banner overlay, anche in home page, che sono disponibili principalmente per le versioni desktop e web app della piattaforma di audio streaming.
Spotify Ad Studio
Spotify Ad Studio, una piattaforma di self-service per la creazione di campagne pubblicitarie, è disponibile in beta testing solo negli Stati Uniti, Canada e UK. Uno strumento per gestire in autonomia campagne di advertising, con budget flessibili e verso un pubblico altamente targettizzato. Secondo quanto riportato da Spotify all’interno del suo blog sono due i fattori che rendono Spotify Ad Studio così efficace. Il primo fattore è la “Streaming Intelligence”: la comprensione che Spotify ha dei propri utenti attraverso l’analisi dei dati d’ascolto, riguardo ai loro stati d’animo e ai contesti in cui stanno ascoltando la musica, riguardo le loro preferenze musicali. Le funzionalità di targeting di Spotify Ad Studio non si basano infatti solo su età, sesso e posizione geografica, ma anche su generi musicali e playlist. Il secondo fattore di efficienza della piattaforma è la “Potenza dell’Audio“: gli utenti sono ormai propensi all’ascolto e gli annunci audio hanno un forte impatto sulle intenzioni di acquisto (2 volte in più rispetto ai classici annunci display).
Creazione di una campagna su Spotify
A differenza di Facebook, o Google Ads, che offrono una varietà più ampia di obiettivi, Spotify offre attualmente soltanto due obiettivi: Aumento dell’awareness del Brand e promozione di un concerto o di un contenuto musicale.
A meno che non si tratti di una casa discografica o di un artista, il primo obiettivo è quindi quello più adatto alla maggior parte dei brand.
Targeting
La prima scelta di targeting è sulla posizione geografica. Questa può essere inserita per paese o città (non è presente l’opzione per codice postale per il momento). In realtà queste opzioni sono disponibili solo per i paesi in cui Ad Studio è in beta test, per gli altri è disponibile soltanto l’inserimento del paese. Successivamente si sceglie l’età dell’audience tra 13 e 65 anni o più, come con le opzioni disponibili su Facebook. Stessa cosa vale per il genere: Uomo/Donna/Tutti.
Per quanto riguarda i posizionamenti la scelta può invece ricadere su iOS, Android o Desktop; selezionabili insieme o separatamente. Ciò che si vede per la prima volta in una piattaforma Ads è “Comportamento in ascolto”. Spotify Ad Studio permette infatti di selezionare l’audience in base ai gusti musicali.
La categoria di playlist è ciò che si avvicina maggiormente alle opzioni di targeting comportamentale di altre piattaforme di advertising in quanto le playlist si basano su attività e stati d’animo specifici (ad esempio, Cucina, Allenamento, Concentrazione, Studio ecc). Ultima scelta, ma non meno importante, è quella del budget. Spotify Ad Studio richiede agli inserzionisti di spendere almeno 250 $ per l’avvio di una campagna. Il budget verrà distribuito automaticamente tra le date di inizio e di fine precedentemente selezionate per la campagna.
Creatività
Le creatività degli annunci sono file audio di 30 secondi, accompagnati da un’immagine di copertina e un titolo. Bisognerà inserire anche un link alla pagina di pagina di destinazione a cui si vogliono indirizzare i click dell’annuncio. È possibile caricare un audio già creato con l’opzione “Carica audio” o richiedere un “Voiceover”, ovvero sarà Spotify a far leggere per te l’annuncio.
L’opzione di creazione del Voiceover di Spotify Ad Studio è gratuita e da la possibilità agli inserzionisti di scrivere uno script con le specifiche sul contenuto del messaggio e di scegliere il tipo di voce più adatto (Uomo, Donna, Bambino ecc).
Conviene fare pubblicità su Spotify?
Non avendo ancora a disposizione in Italia tutte le feature disponibili, non è possibile oggi trarre delle conclusioni sullo strumento. Quello che possiamo immaginare è però il grande potenziale che questa piattaforma può sviluppare nei prossimi anni. Se si prendono in considerazione i dati rilasciati da IFPI sul consumo di musica in streaming secondo cui nel 2018 un utente ha consumato in media 18 ore a settimana ascoltando musica, non è difficile immaginare nei prossimi mesi un aumento degli investimenti di advertising sulla piattaforma. E Spotify non si farà trovare impreparato.