Dopo due anni dalla richiesta di rivedere la legge sul copyright, oggi il Parlamento europeo si riunirà in Plenaria per discutere e votare le disposizioni in materia di copyright digitale. Tra i pareri contrari a tali provvedimenti si scaglia una delle enciclopedie più conosciute del web, Wikipedia. Lo scorso martedì ha infatti deciso di oscurare tutti i suoi contenuti in Italia per opporsi a tale provvedimento. Wikipedia infatti sarebe uno dei soggetti più danneggiati se la disposizione diventasse legge. Insieme a Wikipedia ne risentirebbero tutti i portali che aggregano contenuti. Vediamo perché:
La posizione di Wikipedia
Se si prova ad accedere ad un qualsiasi contenuto di Wikipedia, il contenuto appare oscurato da un comunicato stampa che recita così:
“Il 5 luglio 2018, la Plenaria del Parlamento Europeo voterà se procedere con una proposta di direttiva sul copyright che, se approvata, danneggerà in modo significativo la libertà di espressione di Internet”
L’organizzazione si è fortemente opposta alla proposta di direttiva dell’UE sul mercato unico digitale, definendola “una seria minaccia per la nostra missione”. Il sito web italiano di Wikipedia si è oscurato martedì per diffondere la notizia che la proposta di legge sul copyright renderebbe quasi impossibile l’esistenza di Wikipedia nell’UE. Il Parlamento europeo ha già votato lo scorso 20 giugno per far passare l’iniziativa, ma oggi ,giovedì 5 luglio, ci sarà una nuova votazione. Wikipedia ha affermato che potrebbe rischiare la chiusura a seguito della direttiva, in quanto potrebbe essere impossibile condividere un articolo di giornale sui social network o trovarlo su un motore di ricerca.
Le ragioni di Wikipedia
In sostanza la direttiva, invece di aggiornare le leggi sul copyright in Europa e promuovere la partecipazione di tutti i cittadini alla società dell’informazione, minaccia la libertà online e crea ostacoli all’accesso al Web, imponendo nuove barriere, filtri e restrizioni. Wikipedia chiede a tutti i membri del Parlamento europeo di:
“respingere l’attuale testo della direttiva e riaprire il dibattito esaminando le numerose proposte delle associazioni Wikimedia, a cominciare dall’abolizione degli articoli 11 e 13, nonché dall’estensione del libertà di panorama per l’intera UE e protezione del pubblico dominio “.
Filtri restrittivi e minacce alla libertà online non risolveranno alcun problema secondo Wikipedia che suggerisce, piuttosto, di aggiornare le leggi sul copyright in Europa “per promuovere la partecipazione di tutti nella società dell’informazione”.
Al centro delle controversie gli articoli 11, 13 e 3
L’articolo 11
Suona come “tassa sui link”, così l’hanno etichettata i critici. L’attuazione di questo articolo darebbe diritti ampi ai grandi editori e grossi limiti per le start-up più piccole. Se la legge passasse, infatti, chiunque volesse pubblicare un link e uno snippet, cioè le due righe che seguono il collegamento, necessiterebbe di un’autorizzazione da parte dell’editore del contenuto. Allo stesso tempo sarà tenuto a pagare un compenso (un abbonamento annuale, si immagina). L’intento è quello di indirizzare il traffico verso le homepage dei siti di notizie che, al momento, lavorano principalmente attraverso grandi piattaforme come Google e Facebook.
L’Articolo 13
L’articolo 13 è il più controverso. In particolare richiede ai siti Web di far rispettare il copyright, anche sui contenuti caricati dagli utenti. L’articolo 13 vuole che le piattaforme che aggregano contenuti siano responsabili per quanto riguarda il diritto d’autore. Questo le costringerebbe a un controllo preventivo dei contenuti, per non incorrere in ripercussioni. Vista l’enorme quantità di dati, tale operazione richiederebbe sistemi automatici di controllo del copyright. In realtà tali sistemi , implementati precedentemente anche su piattaforme come Youtube, hanno già sperimentato un alto tasso di errore. Inoltre l’attivazione di questa legge rappresenterebbe un processo potenzialmente costoso per l’azienda che comporterebbe l’eclissi di tante piccole aziende locali. Esperimenti del genere sono già stati testati in Spagna quando Google non accettando di pagare ha deciso di chiudere Google News con un conseguente calo di traffico stimato tra il 6 e il 14%.
L’articolo 3
L’articolo 3 si riferisce al text and data mining, ossia quelle tecniche utilizzate per esplorare ed elaborate grandi quantità di dati utili ai ricercatori per sviluppare modelli ed acquisire informazioni importanti per la ricerca. I settori sui quali impatterebbe la direttiva sarebbero principalmente la salute e la formazione. Ciò che si auspica in tal senso è una eccezione di copiright per quanto riguarda la ricerca scientifica.
L’articolo 3 della direttiva sul copyright fa riferimento al text and data mining (Tdm), cioè le tecniche per l’esplorazione e l’elaborazione di grandi quantità di testi e dati che consentono ai ricercatori di scoprire modelli, tendenze e altro informazioni preziose per la ricerca. Le ripercussioni impattano principalmente due settori, cioè quello della salute, nel quale l’individuazione di modelli è fondamentale per la ricerca, ma anche per l’industria (e quindi la concorrenza), e quello della formazione. Queste tecniche potrebbero violare il diritto d’autore in alcuni Stati membri. Tuttavia si legge nel report ufficiale del Parlamento, che il Consiglio abbia intenzione di introdurre un’eccezione facoltativa che consente agli enti pubblici e privati di fare uso di tecniche di data mining rispetto a dati legalmente accessibili, ossia quei dati che sono liberamente disponibili per il pubblico della rete.
Cosa ne pensano i ministri ?
Tali sistemi sono stati etichettati come “macchine di censura” o “filtro di caricamento” dalla critica dell’articolo 13. In questa direttiva cosa ne sarà dei meme popolari, i remix, le parodie e altri materiali che usano piccole quantità di materiale protetto da copyright? La bozza di documento include un’esenzione specifica per “enciclopedie online senza scopo di lucro”, ma ciò non ha dissipato i timori. Una raccolta di 169 accademici europei ha scritto che “implica il libero flusso di informazioni che è di vitale importanza per la democrazia”. Il vice primo ministro e leader del Movimento Cinque stelle anti-establishment (M5S), Luigi Di Maio, ha sostenuto la protesta, mentre l’Associazione europea degli editori di giornali (ENPA) ha accusato Wikipedia di visione a tunnel.
“Un voto contro i diritti di proprietà intellettuale è un voto contro la libertà di stampa”,
ha dichiarato il presidente dell’ENPA, Carlo Perrone.
Axel Voss, un eurodeputato tedesco e figura chiave nella creazione della proposta di legge, lo ha difeso, dicendo che le “grandi piattaforme” operano in una campagna di disinformazione.
“Al momento abbiamo uno squilibrio estremo in tutto il sistema del copyright”
ha affermato. Questo porterebbe nuovi guadagni agli editori che potrebbero chiedere una remunerazione a fronte dell’utilizzo online delle loro pubblicazioni. Se il Parlamento europeo e il Consiglio adottassero il progetto di testo, le nuove disposizioni dovranno essere attuate nelle rispettive legislazioni nazionali.